Catherine Howard (fra il 1520 e il 1525 – Londra, 13 febbraio 1542) cugina di primo grado di Anna Bolena, è stata una sovrana britannica, quinta moglie di Enrico VIII.
Cenni biograficiNonostante l'alto lignaggio degli Howard, Catherine era cresciuta in povertà: lord Edmund, fratello della madre di Anna Bolena, pur essendo stato investito del titolo di cavaliere nel 1515 non aveva fatto una brillante carriera e, pigro com'era ed alieno dall'idea di dover fare gli sforzi che convenivano agli uomini di rango inferiore, per tutta la vita non fece altro che lamentarsi della crudeltà del mondo, della moglie e della miseria in cui costantemente si trovava.
Morì nel 1539, poco prima che la figlia entrasse a servizio di Anna di Clèves. Catherine trascorse l'infanzia a Oxenhealth e alla sua educazione provvide per gran parte Agnes Tylney, duchessa di Norfolk, la quale nella propria residenza di Lambeth aveva istituito una sorta di scuola di apprendistato alla vita adulta: luogo di studio, buone maniere e facili amori.
La prima avventura galante di Catherine risale al 1536, anno in cui era stato assunto come insegnante di musica un certo Henry Mannox che, tra lezioni di musica e canto, aveva tentato di sedurre l'allieva quindicenne anche se, probabilmente, non vi fu nulla di veramente serio tra i due. La successiva relazione di Catherine con Francis Dereham, un gentiluomo che viveva a pagamento a Lambeth, fu senza dubbio più importante: ne sono conferma i salaci dettagli che ne forniva la stessa Catherine, i cui entusiasmi si sopirono solo nel 1538, alla partenza di Dereham per l'Irlanda e all'arrivo di Thomas Culpeper, gentiluomo di camera del re, di cui l'intraprendente ragazza s'innamorò. Fu a questo punto, che entrò in scena Enrico VIII: il sovrano d'Inghilterra, deluso dall'aspetto di Anna di Clèves, s'invaghì di lei.
Catherine per la verità non era bellissima: non era solo piccola di statura come Caterina d'Aragona, era addirittura minuscola, "parvissima puella" la definivano, ossia fanciulla alquanto minuta. Ciononostante, veniva lodata per la grazia di portamento e la dolcezza del viso e, di certo, doveva essere dotata di un sex appeal tale da attirare a sé le attenzioni degli uomini.
Il matrimonio con Enrico VIIIUn mese dopo il divorzio da Anna di Clèves, della quale Catherine era dama di corte, fu dunque celebrato il quinto matrimonio dell'ormai imponente sovrano d'Inghilterra: il 28 luglio 1540 ebbero luogo le nozze a Oatlands Palace, nel Surrey. Enrico VIII era perdutamente innamorato della nuova giovane sposa, diceva che era la sua "rosa rosseggiante senza spine" e la inondava di carezze e doni: collane di diamanti e rubini, smeraldi incastonati in losanghe d'oro, spille, croci, orologi, e quant'altro fosse possibile: il vaso di Pandora pareva non evesse fondo.
Catherine, da parte sua, se pure non ardeva d'amore per quell'uomo di quasi cinquant'anni, grasso e non più in salute, sicuramente ne provava rispetto, gratitudine e reverenziale timore e il motto che aveva scelto da apporre al simbolo della rosa coronata era: "Nessun altro desiderio che quello di lui".
Catherine aveva 20 anni e non si può dire che brillasse per diplomazia ed accortezza: nel novembre del 1540 già litigava con l'arcivescovo Lee per il diritto di patronato dell'arcidiaconato di York, che voleva assegnare ad uno dei suoi cappellani appena il posto si fosse reso vacante per la morte dell'arcidiacono in carica, fatto poco gradito a Lee che lo interpretava come una mancanza di carità nei confronti di un uomo prossimo alla dipartita.
L'anno seguente nominò poi segretario personale il suo precedente fidanzato Francis Dereham, scelta anche questa abbastanza avventata, soprattutto se si considera la drammatica piega che avrebbero preso gli avvenimenti. I rapporti con Maria inoltre, la figlia maggiore del re, non erano buoni: Catherine si lamentava di non essere trattata con lo stesso rispetto e la stessa benevolenza dimostrata a Jane Seymour e ad Anna di Clevès e per ripicca fece allontanare due dame.
In quel momento però nulla sembrava turbare i sentimenti di Enrico che aveva deciso di portare con sé la moglie in un viaggio ufficiale: una spedizione nel nord del paese, forse con l'intento di farla incoronare a York. Tutto apparentemente a gonfie vele, senonché ad un certo punto della primavera Catherine riprese la sua relazione con l'affascinante Thomas Culpeper, forse per giovanile leggerezza o forse nella speranza di restare incinta e dare al re un erede maschio sano e robusto benché, ovviamente, illegittimo. Il bel Thomas approfittò dell'occasione e cominciò a pensare ai propri interessi senza troppo curarsi dei rischi che questo legame comportava e della necessaria discrezione.
Il viaggio al nord ebbe comunque luogo, il 1 novembre 1541 i sovrani furono di ritorno al colmo della gioia ma era l'inizio della fine: il pericoloso rapporto con Culpeper venne scoperto e così anche il passato non proprio irreprensibile della regina. Troppi erano i testimoni e l'ingenua Catherine costituiva un bersaglio particolarmente vulnerabile alle voci di corridoio.
La reazione di Enrico VIII fu tremenda: Dereham e Culpeper furono arrestati e torturati, Catherine messa alle strette dall'arcivescovo Cranmer confessò tutto e venne arrestata il 12 novembre. Accusata di aver condotto una vita "abominevole, meschina e viziosa" prima e durante il matrimonio, fu deportata dal palazzo di Hampton Court dove si trovava reclusa alla Torre di Londra e ivi decapitata il 13 febbraio 1542.
Il giorno dell'esecuzione Catherine era così debole e terrorizzata da non riuscire quasi ad aprir bocca, riuscendo solo ad affermare di meritare mille volte la morte per aver offeso così gravemente il re: moriva così, allo stesso modo della cugina Anna Bolena, la quinta moglie del monarca inglese, era stata regina per poco più di diciotto mesi e non aveva neppure 21 anni.